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La goccia nella roccia

Apro questo mio Blog con la volontà di condividere brevemente la visione personale della parola “educazione” e del concetto che essa, portando con sé, riccamente esprime.
Quando si usa questo termine, spesso succede che si sottovaluti o si dia per scontato il grande ventaglio di opportunità racchiuso in essa.
Educere, questa la sua derivazione latina: “tirar fuori” dall’educando ciò che a lui già è stato dato in dono, ciò che è già parte della Persona che si ha dinanzi.
Tale definizione, se ci si riflette, “apre un mondo” di opportunità di crescita e di miglioramento.
Credendo intimamente in tali parole, si può affermare che l’Educazione -vista e vissuta ad ampio raggio- ci consente di vivere senza confini i nostri interventi, vedendoli come confronti positivi e quotidiani che possiamo accettare in ogni istante.
Spesso, nei molteplici e svariati corsi di formazione per insegnanti, mi soffermo sul significativo e importante profilo della costanza nell’atto educativo.
Mi piace pensare che, nella relazione educativa con l’Altro, lo scopo fondamentale sia rispettare e partire da ciò che lui è, fungendo da “goccia nella roccia” per rendere il nostro intervento funzionale alla sua crescita costruttiva.
La dolcezza di tale concetto è espressa dalla leggerezza con cui la goccia d’acqua sfiora la solidità e la resistenza della roccia di una montagna, ma comunica altresì la delicata e paziente costanza che tende al cambiamento.
Ecco, nell’atto educativo, spesso ci si imbatte in situazioni difficoltose, ma dobbiamo credere che l’amorevole e costante appoggio pedagogico, accompagnato da competenze che sostengono ed esprimono la professionalità, sia la miglior chiave di lettura di tali disagi e apra al miglioramento in qualità dei molteplici e singolari lati della personalità di ogni Individuo.